CIRNECO DELL’ETNA

Primitiva perfezione

Standard

Codice FCI 199, Gruppo 5 cani tipo spitz e tipo primitivo , Sezione 7A

Vita Media

13-15 anni

Peso

Femmina 8-10 kg

Maschio 10-13 kg

Altezza

Femmina 44-48 cm al garrese (tolleranza +/- 2 cm)

Maschio 46-50 cm al garrese (tolleranza +/- 2 cm)

Colori

Monocolore: fulvo (tutte le sfumature). Bicolore: fulvo e bianco

Pelo

Raso su testa, orecchie e arti. Semilungo ma liscio e aderente su tronco e coda

Cenni storici

Il Cirneco dell’Etna è una razza primitiva presente in Sicilia fin dalla notte dei tempi.

 

Una statuetta ritrovata nei pressi di Siracusa farebbe risalire la sua presenza sull’isola addirittura all’epoca neolitica, intorno al 4000 a.C.

Sono poi numerose le raffigurazioni che lo collocano in terra sicula già dal 1000 a.C.

Troviamo ad esempio la sua effige scolpita su monete d’argento dell’antica città di Segesta, fondata dai profughi troiani ed abitata già dal IX secolo a.C.

 

Sull’origine della sua presenza in Sicilia non si hanno, però, certezze assolute.

Una radicata teoria -per la quale propendiamo- riconduce il Cirneco ed i suoi consimili –Pharaon hound, Podenco canario e Podenco Ibicenco– ad un unico ceppo ancestrale, quello degli antichi levrieri Tesem.

Stando ai sostenitori di questa ipotesi la sua comparsa sull’isola mediterranea sarebbe da attribuire ai Fenici, che lo fecero oggetto dei loro commerci.

 

All’estremo opposto troviamo quanti lo ritengono una razza autoctona; il Conte Bonatti Nizzoli di Carentino -appassionato cinofilo e grande estimatore del Cirneco- lo considera addirittura “...l’archetipo vivente dei cani dolicomorfi, anello di congiunzione tra gli sciacalli ed i levrieri…”.

 

Ben più nota è invece la storia contemporanea del Cirneco dell’Etna, riconducibile ad un articolo pubblicato nel 1932 dal dott. Migneco -veterinario di Adrano- sulla rivista “Il cacciatore Italiano”.

L’appassionato scritto, oltre a fornire una prima e dettagliata descrizione del Cirneco, si appellava ai …cinofili di buona volontà… affinchè tutelassero i magnifici cani siciliani, mai elevati a dignità di razza.

Alla chiamata risposero l’allevatore di Bretons Cavalier Domenico Diletti da Brisighella, lo scrittore di cinegetica avv. Sferlazza e la nobildonna Agata Paternò, nominata in seguito “la Signora del Cirneco dell’Etna“.

 

Furono proprio il fervore e le pressioni della giovane aristocratica a “costringere” il professor Solaro -pioniere e luminare della cinotecnia italiana- alla redazione del primo standard ufficiale.

Era il 1939 e nello stesso anno l’ENCI riconobbe ufficialmente il Cirneco dell’Etna.

Successivamente, nel 1951, Donna Agata fondò anche la Società Amatori Cirneco (S.A.C.), autorizzata dall’ENCI nel 1956.

La S.A.C. si occupò della stesura del regolamento delle prove di lavoro e suggerì addirittura allo stesso ENCI talune modifiche inerenti allo standard di bellezza del Cirneco.

 

Stante all’etimologia, il suo nome pare derivi dalla parola greca kyrenaikòs -cane cirenaico– che con una mediazione latina è poi divenuto cyrnaecus, da cui l’odierno Cirneco.

A metà del 1800 lo zoologo Giuseppe Galvagni denominò il Cirneco Canis Etneus; in seguito Donna Agata Paternò ed il cavalier Domenico Diletti ottennero che la razza fosse ufficializzata con il nome di “Cirneco dell’Etna“.

 

In passato fu impiegato soprattutto per la caccia al coniglio selvatico fra gli anfratti del difficoltoso terreno lavico, in cui è un vero specialista.

Tale spiccata dote gli valse addirittura di essere annoverato, in un primo tempo, fra i Segugi.

 

Oggi, oltre ad essere stimato per le sue inalterate capacità venatorie, è considerato anche un ottimo cane da compagnia.

Rimane molto raro al di fuori della Sicilia, dove invece è diffusamente allevato, sempre in modo responsabile, coscienzioso e con serietà davvero esemplare

 

Caratteristiche fisiche e comportamento

Il Cirneco dell’Etna è un cane primitivo, geneticamente poco manipolato nel corso della sua storia millenaria.

Il suo aspetto è flessuoso ed elegante ma allo stesso tempo solido e resistente.

 

E’ un cane di taglia media iscrivibile nel quadrato, ben costruito e con muscolatura asciutta.

La sua struttura ossea, molto simile a quella dei levrieri, risulta essere robusta anche se leggera.

 

La lunghezza del tronco deve essere pari all’altezza del garrese e gli arti, lunghi e forti, devono presentarsi in perfetto appiombo.

I piedi -lievemente ovali, con dita serrate ed unghie forti e ricurve- sono congegnati per consentirgli di muoversi senza alcuna difficoltà sugli impervi terreni vulcanici

Il cranio è piatto, allungato ed ovoidale.

La regione frontale è leggermente prominente, con arcate sopraccigliari poco innalzate.

La lunghezza del muso non deve essere inferiore a quella del cranio.

La canna nasale è rettilinea con stop lievemente accentuato e tartufo grande e rettangolare.

Gli occhi, non particolarmente grandi ma d’una dolcezza inattesa, possono essere ocra, ambra oppure nocciola.

Le orecchie triangolari sono inserite alte sul cranio e vengono portate rigide ed erette.

Il collo è lungo quanto la testa ed il suo profilo elegante si fonde armoniosamente nelle spalle.

La coda, piuttosto grossa ed uniforme in tutta la lunghezza, è portata a sciabola quando il cane è a riposo e più alta sul dorso quando è in attenzione.

La pelle, fine e molto aderente in ogni zona del corpo, è ricoperta da un manto ben denso, sempre raso su testa, orecchie ed arti e semilungo -ma pur sempre liscio- su tronco e coda.

 

Nonostante le innegabili somiglianze con i Levrieri, che cacciano perlopiù a vista, il metodo venatorio del Cirneco è basato sul suo infallibile olfatto.

Lo si può definire un cacciatore a 360 gradi: scova la selvaggina come un vero e proprio cane da cerca, la insegue come un levriero per poi riportarla alla stregua di un retriever.

E’ un compagno di caccia paziente, metodico e incredibilmente silenzioso che, messo il naso a terra, seguirà senza tregua la traccia al suo spedito trotto.

 

Al di là della sua innata propensione venatoria, il Cirneco è anche un ottimo cane da compagnia: buono, leale e particolarmente devoto al padrone, necessità però di attenzioni particolari.

E’ un atleta per natura, attivo, vivace, implacabile ed impegnatissimo quando “lavora”.

Sarà dunque necessario appagare il suo dirompente istinto, lasciandolo libero di correre all’aperto alla ricerca anche della più piccola preda.

 

Nonostante il carattere indipendente, è un cane estremamente recettivo all’addestramento che dovrà essere risoluto, ma basato su metodi dolci e non punitivi.

Maturando, il Cirneco mostrerà una sempre maggiore pazienza e disponibilità nell’adeguarsi alla routine famigliare.

Infatti, se da cucciolo è bene non lasciarlo solo troppo a lungo, in età adulta dimostrerà di non soffrire particolarmente la solitudine ed attenderà in perfetta calma il rientro della sua famiglia.

 

Con i bambini sarà sempre molto disponibile e tranquillo ma al contempo serio e non troppo espansivo: le attività ludiche non rientrano fra le sue mansioni!

In presenza di estranei la sua discrezione non sfocia mai in atteggiamenti aggressivi.

Gli esemplari maschi, invece, possono dimostrare una certa litigiosità con altri cani dello stesso sesso dettata dalla loro indole dominante.

 

Nonostante l’apparente delicatezza il Cirneco è un cane rustico e longevo: non soffre di particolari patologie e non di rado supera i 15 anni di età.

Da tenere però presente che, essendo abituato al caldo e secco clima mediterraneo, teme il freddo e gli sbalzi termici.

 

Il Cirneco dell’Etna non è semplicemente un cane, ma un compagno dal fascino discreto e garbato, un’infaticabile lavoratore e un “pezzo di Sicilia e di storia millenaria” al vostro fianco.

 

Questa particolare razza necessita di un’alimentazione appositamente studiata per garantire il corretto apporto di nutrienti in ogni fase dello sviluppo.

 

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