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Educazione cinofila: umani consapevoli, cani felici.

Prima di compiere il grande passo, quello che ci porterà a dividere parte della nostra vita con un cane, sarebbe bene porsi qualche domanda.

Il fatto è che purtroppo, nonostante i buoni propositi che animano ognuno, spesso ad essere sbagliate sono le risposte.

La non conoscenza, la presunzione, la fretta, le mode passeggere non sono che esempi di quanto una decisione sbagliata possa portare a situazioni di convivenza tutt’altro che piacevoli, per non dire, addirittura, a drammatici epiloghi.

Gli episodi che ciclicamente balzano agli onori delle cronache spesso non sono che il risultato di un rapporto improvvisato e mal gestito fra uomo e animale, se pur partito con le migliori intenzioni possibili.

 

Fin dalla sua domesticazione il cane ha avuto un ruolo importante in ogni gruppo umano e ad ogni latitudine.

Cacciatore, conduttore di mandrie, difensore di beni e proprietà sono stati da sempre i compiti cui veniva destinato.

Nella società moderna, se si esclude chi realmente ci lavora, queste funzioni sono venute meno.

Nonostante ciò il numero di animali presenti nelle nostre abitazioni, nelle nostre città, non fa che aumentare.

 

Questo bisogno di natura, se così si può definire, ha motivazioni diverse per ognuno.

Quello che è indubbio, comunque, è il beneficio che si trae dalla convivenza con un animale domestico.

Almeno così dovrebbe essere.

 

Non è raro, infatti, che questo assunto venga del tutto ribaltato.

In questo caso l’esperienza che avrebbe dovuto rivelarsi piacevole si trasforma in un vero e proprio calvario, tanto per noi che per i nostri animali.

Animali che, ricordiamocelo sempre e bene, non hanno scelto di stare con noi.

 

Per tanti il cane -lo stesso discorso si potrebbe fare tranquillamente con animali appartenenti a qualsiasi altra specie- non è che un oggetto da esibire.

Testimonianza di questa affermazione sono i tanti cani da caccia, da slitta, cani mandriani oppure serissimi difensori di cose o persone costretti in spazi a loro poco o per niente consoni.

Vederli condotti da persone il cui unico scopo altro non è son non di mostrare il proprio trofeo all’ora dell’aperitivo è spettacolo poco edificante.

Con ciò non intendo dire che non si possa godere della compagnia di un animale selezionato per lavorare con le pecore, visto anche che di greggi, nei centri cittadini, ce n’è pochi.

L’importante è essere consapevoli dei bisogni tipici della razza cui il nostro cane appartiene.

Subito dopo si deve trovare il modo di soddisfare i suoi ancestrali bisogni con attività sostitutive ma altrettanto appaganti.

 

Alcune persone, poi, sono convinte che la chiave di ogni convivenza felice sia il considerare il proprio cane come un figlio.

 La conseguenza che ne deriva è quella di rapportarsi a lui come si farebbe con un bambino.

Bambini e cani, nonostante il bene che si vuole loro, non sono proprio la stessa cosa, in realtà!

E’ credenza assai diffusa quella di basare il nostro rapporto sull’amore, convinti che questo basti, che sia tutto quello di cui un cane abbia bisogno.

L’amore certo è indispensabile, ma non può sostituirsi alla conoscenza.

 

Sembra strano, ma sono pochi quelli che si rendono davvero conto che un cane altro non è che un cane!

Per instaurare un rapporto che rispetti entrambi, uomini e animali, è necessario un percorso che difficilmente si riesce a compiere da soli.

Senza le giuste competenze è molto difficile si riescano ad evitare errori e frustrazioni.

Errori che possono arrivare, nel peggiore dei casi, ad episodi drammatici dovuti ad impreparazione, improvvisazione e superficialità.

 

Per fortuna sta crescendo la consapevolezza nei proprietari più coscienziosi.

Sono sempre di più quelli che si affidano a personale esperto e qualificato che li aiuti e li accompagni alla scoperta di quel mondo che si cela dentro al proprio animale.

E questo sì, che è un vero gesto d’amore!

Lo dice il buon senso e dovrebbe essere normato dal legislatore.

Nessuno di noi si metterebbe alla guida di un’automobile senza sapere che il volante serve a curvare e il freno a fermarsi.

Non si vede come chi non ha nessuna esperienza in materia possa condurre un animale dal potenziale a lui del tutto sconosciuto e pertanto ingestibile.

 

Educare innanzi tutto i proprietari è la base per avere cani felici e per sentirsi a proprio agio in ogni situazione che il vivere in una società come la nostra comporta.

Solo così si potrà godere appieno di quell’animale fantastico che altro non è che un cane.

E non è poco!