PASTORE MAREMMANO ABRUZZESE

Bianco come un agnellino, forte come un orso, coraggioso come un lupo.

Standard

Codice FCI 201, Gruppo 1 Cani da pastore e bovari (esclusi bovari svizzeri), Sezione 1A

Vita Media

12-13 anni

Peso

Femmina 30-40 kg

Maschio 35-45 kg

Altezza

Femmina 60-68 cm

Maschio 65-73 cm

Colori

Bianco; tollerate sfumature avorio, arancio pallido, limone

Pelo

Lungo, abbondante, piuttosto ruvido al tatto

Cenni storici

La ricerca delle sue origini ci conduce lontano, tanto nel tempo quanto nello spazio.

 

Proveniente dal Tibet, dove questo tipo di cane è diffuso fin da epoche remote, inizia la sua marcia di avvicinamento all’Europa ben 2 mila anni a.C.

Al seguito della popolazione nomade degli Arii non vi erano infatti solo le mandrie di bestiame: il progenitore del guardiano che oggi tutti conosciamo ed apprezziamo era già in campo, pronto a donare tutto se stesso al servizio dell’uomo.

Da questi antichi antenati comuni discendono tutti i grandi cani bianchi da pastore moderni come il Cane da Montagna dei Pirenei, il Kuvatch Ungherese, il Tatra Polacco e il Ceco Chuvack, solo per citarne alcuni.

Ci sono diverse teorie -due più accreditate delle altre- che spiegano come il Pastore Maremmano Abruzzese sia giunto da noi; sono entrambe valide e probabilmente complementari.

Alcuni esemplari avrebbero potuto attraversare le Alpi al seguito di pastori alla ricerca di nuovi pascoli, altri furono caricati sulle navi mercantili provenienti dalle rotte commerciali orientali.

Comunque siano andate le cose, quel che è certo è il fatto che già in epoca Romana si trovano testimonianze che documentano la presenza e l’utilizzo che di questo animale veniva fatto.

Nell’opera De agri Cultura (234 a.C.) Marco Porzio Catone ci descrive quello che lui definisce Canis Pastoralis: necessariamente bianco, di grande dimensione, difende gli armenti dall’orso e dal lupo

 

Arrivando all’epoca moderna, è nel ‘900 che importanti famiglie Toscane -i Corsini di Firenze e i Ghigi Saracini di Siena- diedero impulso all’allevamento ad alla diffusione di questa splendida razza.

La prima iscrizione al Kennel Club Italiano è del 1958, fino ad allora, infatti, il Pastore Maremmano e quello Abruzzese erano ritenute due razze distinte; da quella data anche l’ENCI (ente nazionale della cinofilia italiano) unificò lo standard.

 

Caratteristiche fisiche e comportamento

E’ un cane di grande mole, senza risultare mai pesante.

La sua costituzione è forte, l’aspetto generale rustico e distinto insieme.

Maestoso nel suo manto bianco, tutto in lui esprime fiera indipendenza.

Il pelo è lungo, specialmente nella regione del collo e corto su muso, testa e orecchie.

Queste sono piccole in relazione al cranio, triangolari e portate ripiegate.

Gli arti lunghi e forti, la coda folta e portata bassa.

 

Il carattere, così come l’aspetto, sono rimasti immutati nel tempo ed entrambi funzionali al lavoro per il quale è stato selezionato.

Equilibrato per poter rispettare le greggi che gli venivano affidate, coraggioso per poterle difendere da ladri di bestiame, lupi e addirittura orsi.

 

Nel suo tradizionale impiego di guardiano di animali, il Maremmano Abruzzese veniva spesso lasciato solo nei pascoli.

Questo ha fatto sì che si sviluppasse in lui una spiccata indipendenza dall’uomo e l’apprezzata tendenza a prendere spontaneamente iniziative e decisioni in modo autonomo.

 

Tutt’oggi, per ottenere il meglio da lui, bisogna tener presente questa sua indole.

Mal sopporta qualsiasi tipo di imposizione, con questi cani quello che viene definito come addestramento spesso non fa che dare il risultato contrario da quelle che sono le aspettative.

Bisogna saper stabilire da subito un rapporto di fiducia, basato sulla scala gerarchica e non sull’imposizione.

Solo così facendo si  potrà contare sulla sua totale dedizione alla famiglia ed ai beni che gli vengono affidati.

 

Necessita di grandi spazi aperti e mal si adatta ai ritmi ed alle costrizioni della vita cittadina moderna.

Se allevato in modo non corretto può dimostrarsi aggressivo e di difficile gestione.

Da sconsigliare a chiunque non intenda rispettare i millenni di selezione che hanno plasmato la sua natura.